lunedì 1 novembre 2010

MAI SENZA L'ALTRO

Da bambina credevo che impegnandomi sarei riuscita ad essere perfetta, a non commettere mai errori, a non ferire mai nessuno, e che ragionando avrei saputo sempre quale fossa la scelta giusta in ogni occasione. Ero convinta che se solo avessi voluto avrei potuto cambiare il mondo(ora ne rido) ma ho finito solo per cambiare me stessa. Sapevo anche che per arrivare a tanto non potevo stare molto con gli altri, perchè non sarei riuscita a lavorare su me stessa. Così passavo del tempo ad osservare le altre bambine, seduta su un muretto della scuola, come se stessi guardando un film...e ho cominciato a vedere le loro vite. Le amicizie che si formavano, quelle che morivano, i loro discorsi. Alle elementari quando le insegnanti avevano dovuto scrivere il loro giudizio sul mio comportamento sulla pagellami avevano chiamata Diversa...Il mio era solo un modo per capire cosa mi dava fastidio nel comportamento degli altri;solo osservandolo potevo distinguerlo e cercare di non fare le stesse cose. Ma quella solitudine pian piano a cominciato a farsi un varco sempre più grande...finché mi sono resa conto che non riuscivo più a stare con gli altri.
Ho provato a essere Diversa perchè credevo che sarei stata felice in un luogo creato nella mia mente;
un posto perfetto dove avrei potuto correggere vita facendo gli errori, come una riga di matita da un foglio. Una solitudine disegnata attorno ai miei passi dal risveglio fino alla notte...pause di riflessione articolate da innumerevoli domande perchè sono sempre stata convinta che c'è una soluzione ai problemi,sempre una via d'uscita...ma quando ad un tratto la via d'uscita non si vede? Tutt'intorno comincia a diventare astratto, tutto viene inghiottito dall'oscurità, e il fiato comincia a farsi sentire, e il cuore bussa sovente, e la notte diventa un rifugio dove l'anima si perde sperando di essere ritrovata da qualcuno, che ci abbia visto, che ci possa abbracciare, mostrare che una strada c'era ancora ma eravamo noi a non vederla, perché stanchi, di tutto, della Solitudine, di noi stessi, ma mai dell'Altro. Quella parte di noi stessi che ci ha lasciato un vuoto perché dentro un'altra persona. Un incastro di pezzi per completare un quadro perfetto per l'esistenza di ognuno di noi. La ricerca dell'Altro...per tornare a vivere

5 commenti:

Unknown ha detto...

passiamo praticamente tutta la vita nel cercare la nostra metà, ho sempre idealizzato il grande amore ed ora che l'ho trovato mi capita di sentirmi in colpa perchè non sono riuscito far diventare mia moglie una regina, ma forse questo è solo un effetto secondario della malattia chiamata amore, si vorrebbe sempre dare di più per chi amiamo, dimenticandoci che siamo solo esseri umani imprigionati nelle nostre quotidianità

UIFPW08 ha detto...

Le parole vengono scritte dal cuore. A volte si trovano tra la solitudine a rinnegare se stessi e lasciarsi uccidere dalla monotonia di una società assente. Altre volte, si fermano, e lasciano ai ricordi profumi di primavera che da se difficilmente si cancellano. Sono sempre le parole che lasciano al mondo la voglia di vivere, cercata nella fede, nella speranza, nell'amicizia, nell'amore. Ho cercato di cambiare il mondo e non ci sono riuscito, non è tanto averci provato, ma quando sapere di non aver mentito.

follementepazza ha detto...

anche io ero considerata "diversa" a scuola dalle elementari in poi la bambina a cui le parole dovevano essere cavate dalla bocca..hihi.
Non è che sia cambiata molto...do'(e ho dato) tutta me stessa ad alcune persone...e parte di me sarà cmq cn quelle persone anche se poi ora nn fanno più parte della mia realtà.
la solitudine rianima troppi dubbi e paure secondo me e forse questo è anche uno delle tante motivazioni che spinge alla ricerca dell'altro..anche se poi è molto di più di qst ;)

forse avrò scritto una serie di sbroccoli...
ti saluto cara...Ciau...un abbraccio!!!

Alias ha detto...

Non è giusto provare sensi di colpa, ma credo che sia normale quando si prova amore. Provo sensi di colpa nei confronti di mia figlia, perchè nonostante sia "quasi" convinta di aver fatto del mio meglio, penso sempre che forse avrei potuto fare ancora di più...ma questo accade perché cerchiamo la sicurezza che chi ci sta vicino sia realmente felice. Ma la felicità, ho imparato che non si trova in mille regali, ma nella compagnia...Ciao Silver!!

Alias ha detto...

La società di oggi c'impone dei modelli a cui fare riferimento. Basta guardarsi intorno...difficilmente troveremo infinite personalità, ma una popolazione clonata dal consumismo; e purtroppo da molti anni sta accadendo ciò anche con i sentimenti. La società assente è quella in cui rischiamo di entrare tutti a farne parte se non lottiamo per la libertà di parola! Un saluto a te Maurizio